Far uscire i lavoratori dal nero e sostenere le famiglie

La Segreteria Nazionale di Acli in Famiglia ( Aif) chiede al Governo un forte impegno per le famiglie che hanno alle loro dipendenze un lavoratore domestico.

L’emergenza sanitaria e le misure di contenimento sociale che si sono rese necessarie per affrontarla hanno reso evidente l’importanza cruciale del lavoro domestico per la tenuta delle nostre famiglie e, in modo particolare, per la protezione e la cura dei componenti più fragili.

La stessa emergenza ha portato alla luce l’insieme delle contraddizioni di un settore che ha raggiunto quasi 900.000 addetti ma che è afflitto da troppa burocrazia e da una dimensione, quella della famiglia come datore di lavoro, che necessità di agevolazioni, sostegni e attenzioni specifiche.

La Segreteria Nazionale AiF  richiede una legge sulla regolarizzazione dei flussi di  immigrazione che permetta di riconoscere l’apporto positivo di centinaia di migliaia di uomini e donne stranieri, ormai essenziali alla nostra società, e che permetta alle famiglie che hanno bisogno di questi lavoratori, di uscire dallo stato di rischio conseguente all’occupazione illegale di queste persone.

La Segreteria Nazionale AiF ritiene che sia urgente procedere ad una ampia campagna di incentivi alla regolarizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche immigrate irregolarmente mettendo nelle condizioni le famiglie italiane, che ancora non lo possono fare, di garantire il loro rapporto di lavoro nella legalità e nella trasparenza.

Occorre considerare che questi lavoratori e lavoratrici, che si stima possano essere intorno alle 250.000 unità, sono una risorsa essenziale proprio nella domiciliarizzazione dell’assistenza agli anziani, nella gestione familiare dei minori, nella cura della quotidianità familiare anche sotto l’aspetto organizzativo e sanitario.

Opportunamente regolarizzate e formate queste persone potrebbero essere un investimento importante nella società del dopo-COVID19 che, come evidenziato da più parti, dovrà essere molto più attenta alla protezione delle terze generazioni e, più in generale, alla organizzazione delle nostre relazioni sociali, a partire da quelle familiari.

Non va sottovalutato l’apporto economico che una tale politica avrebbe sul bilancio fiscale del paese. Regolarizzare i lavoratori del comparto potrebbe generare, per le casse pubbliche, nuove risorse per 1,5/2 Miliardi di euro.

Per tutte queste ragioni chiediamo al Governo un confronto urgente e l’avvio del percorso necessario a dare soluzione a questa problematica.