Lavoratori in nero , in attesa del decreto interministeriale per attivare la procedura regolarizzazione

Con la pubblicazione, il 19 Maggio, in Gazzetta ufficiale del Decreto Rilancio si delinea meglio la possibilità, contenuta nell’art. 103 dello stesso, di regolarizzare colf e badanti che lavorano già nelle nostre famiglie senza un regolare permesso di soggiorno o senza un regolare contratto.

Le domande potranno essere presentate dal 1 giugno al 15 luglio 2020 allo sportello per l’Immigrazione presso le Questure (all’Inps se si tratta di colf e badanti italiani o appartenenti alla Ue). Gli uffici del Patronato Acli sono a disposizione per fare un servizio di consulenza specializza per le famiglie che intendono regolarizzare il lavoratore alle loro dipendenze.

Le categorie dei lavoratori che potranno essere regolarizzati dalla famiglia:

  • Cittadini stranieri che sono stati sottoposti ai rilievi foto dattiloscopici prima dell’8 marzo 2020
  • Cittadini stranieri che erano in Italia prima dell’8 marzo 2020 con la dichiarazione di presenza o che sono in possesso di attestazioni proveniente da organismi pubblici 

In entrambi i casi il cittadino straniero non deve aver lasciato l’Italia dopo l’8 Marzo 2020.

Cittadini italiano con un rapporto di lavoro irregolare

Il rapporto di lavoro irregolare doveva essere attivo antecedentemente al 31 Ottobre 2019

Il costo stabilito per la sola procedura è pari a 500€ a cui si aggiungerà, per i rapporti di lavoro già esistenti, un contributo forfettario ancora non determinato per i contributi previdenziali (si deve attendere un ulteriore decreto).

Come auspicato anche da AIF, il Governo ha introdotto due canali specifici: uno per il datore di lavoro e uno per lo straniero immigrato. La richiesta proveniente dal datore di lavoro, che in questo modo dichiara di voler stipulare un regolare contratto di lavoro, deve indicare la durata del contratto e la retribuzione conformemente al contratto collettivo di lavoro di riferimento. Il datore di lavoro dovrà pagare un contributo di 500 euro più un forfait, ancora da determinare, per i contributi previdenziali pregressi in caso si voglia regolarizzare una posizione finora gestita in nero. Il lavoratore otterrà quindi un regolare contratto di lavoro e il relativo permesso di soggiorno.

Il lavoratore invece, che non ha un datore di lavoro disponibile o averne più di uno, può presentare la domanda anche da solo presso la Questura di competenza. Se in possesso di un permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, e per il quale non è stato richiesto né il rinnovo né la conversione, e può dimostrare che era in Italia alla data dell’8 marzo 2020 potrà chiedere un permesso di lavoro temporaneo della durata di 6 mesi. Se riuscirà a trovare lavoro, stipulando un regolare contratto, si vedrà trasformato il permesso temporaneo in permesso di lavoro subordinato. La procedura dovrebbe costare, al lavoratore, 130 euro.

Nei prossimi giorni i ministeri competente emaneranno i decreti interministeriali previsti dal decreto legge 34/2020 e, attraverso il Patronato ACLI, sarà possibile predisporre la documentazione per la regolarizzazione previo appuntamento.

Non esiste un click day , chi arriva prima non avrà vantaggio!!

AiF invita a diffidare di chi offre contratti falsi o a pagamento in agricoltura e come colf-badanti e a chi offre una falsa dichiarazione di sanatoria dietro pagamento. E’ UN REATO .

Informazioni presso le sedi del Patronato Acli

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